“Se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse”
“Ci vuole molto tempo per diventare giovani”
“La vecchiaia inizia quando i rimpianti superano i sogni”
“Non vi è dolore più lancinante delle speranze infrante”
“Non si smette di giocare perché si diventa vecchi ma si diventa vecchi perché si smette di giocare”
Proverbi, aforismi, detti popolari si sprecano nel darci il segno dell’avvicendarsi di Sogno e Realtà nel flusso delle età della vita e delle generazioni. Quale relazione tra giovani e vecchi?
Strada facendo, giovani e meno giovani si sperimentano sul sentiero intrapreso che ciascuno percorre con gli strumenti fornitigli dalle proprie personali risorse, e così si susseguono tra vicende alterne le stagioni dell’esistenza:
infanzia
adolescenza
età adulta
vecchiaia
E strada facendo, tra gioie e delusioni, si affacciano gli interrogativi:
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Dove finisce il Sogno e inizia la Realtà?
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Il sogno non è forse anch’esso realtà? (così Calderon De La Barca in “La vita è sogno”)
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Siamo capaci di sognare mantenendo il senso della realtà senza fare del sogno il nostro padrone? (in “Se” di Rudiard Kypling)
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E quando la realtà ci fa lo sgambetto e non si presenta come l’avevamo progettata e sognata, che fare?
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Come possono venirsi in aiuto le generazioni nel trasformare i sogni in realtà e nel non perdere la capacità di sognare?
L’esperienza insegna che la gioventù è spesso troppo incosciente per mancanza di esperienza e la vecchiaia troppo priva di stimoli e progetti per scarsità di energia vitale; per cui viene spontaneo ritenere che, qualora le diverse generazioni riuscissero a scambiarsi parte delle rispettive caratteristiche di Potenza ed Esperienza, ciò si rivelerebbe per entrambe un indubbio valore aggiunto.
Chiediamoci dunque se siamo capaci:
i giovani di riconoscere autorevolezza agli anziani e i meno giovani a conquistarla e mantenerla, l’autorevolezza
gli anziani a lasciar spazio ai giovani di sperimentare a proprio rischio e pericolo e i giovani a non far sentire inutile e superato l’anziano
Chiediamoci in definitiva se siano in grado le generazioni di comunicare sostenendosi reciprocamente per rendere più leggero il cammino.
Questo un tempo succedeva secondo la tradizione
e a volte ancora succede:
GIOVANI CHE HANNO SCELTO DI VIVERE IN UNA CASA DI RIPOSO
I giovani che hanno scelto di vivere in una casa di riposo
Coinquilini ultranovantenni, beer pong e discorsi sul sesso. Nei Paesi Bassi alcuni ragazzi sono andati ad abitare in una casa di riposo e si è creata una strana alchimia tra i giovani e gli anziani ospiti della struttura.
Gli studenti faticano a trovare alloggi, gli anziani faticano a trovare la compagnia dei più giovani. Ecco allora l’idea: i ragazzi accettano di passare almeno 30 ore al mese in compagnia dei loro coinquilini, e in cambio vivono gratuitamente in questa singolare casa di riposo di Deventer, vicino Amsterdam.
Il tenore delle conversazioni all’interno della struttura è decisamente cambiato da quando sono arrivati i sei nuovi inquilini. Non più solo acciacchi e ricordi lontani, ma anche feste e ragazze, e uno scambio di esperienze continuo che sorprende sia gli uni che gli altri.
“Sembra di stare al liceo”, ha raccontato uno dei giovani coinvolti nell’idea della coabitazione nella casa di riposo gestita da Humanitas. “Ci sono i gruppetti e ciascuno si siede al solito tavolo: c’è quello dei secchioni, quello delle bellezze della scuola e quello degli sportivi”.
E a qualcuna delle ospiti piace flirtare con i giovanotti e riceverne le attenzioni. “È tutto molto più divertente quando ci sono i ragazzi”, dice Annie, 84 anni.
“Quello che ho imparato dagli anziani è a godere delle piccole cose. I giovani corrono sempre, corrono incontro al futuro e si lasciano sfuggire piccole cose che gli sembrano insignificanti e invece sono bellissime, come questo parco”.
http://www.tpi.it/…/paesi-bassi/giovani-casa-di-riposo-video
Il documentario integrale è disponibile a questo link: http://www.sbs.com.au/…/datel…/story/my-93-year-old-flatmate
-MG-